“Maestro guarda, è laggiù” – “Si, lo vedo, sembra un Samurai proveniente dalla battaglia” …

La figura si ergeva all’imboccatura della strada, immobile, come se attendesse… Nessuno ancora aveva osato avvicinarsi, poteva trattarsi di uno sbandato in fuga, l’aspetto era lacero, in lontananza non si distingueva bene, sembrava fosse in osservazione…

“Altra gente lo ha visto, sembra che sia qualche giorno che compare nello stesso luogo, tutti evitano questo passaggio, dicono che si tratta di uno spettro.” – “Inutile attendere oltre, devo andare a vedere che intenzioni ha.”, risolutamente mosse i suoi passi in quella direzione, nessuna reazione scosse lo sconosciuto. Mentre si avvicinava gli parve che la figura fosse in un certo modo familiare, dove lo aveva già visto, continuò a camminare, ormai era giunto abbastanza vicino… ci fu un fremito nell’aria, e il Samurai scomparve alla vista… quando si trovò sul punto poco prima occupato dall’uomo, il Maestro non trovò alcuna traccia… impossibile… nessuno avrebbe potuto muoversi così in fretta e silenziosamente, restò un po’ di tempo in ascolto, lentamente i suoni della foresta riempivano nuovamente l’aria, ritornò sui suoi passi.

Chi poteva essere quel Samurai? La sensazione di averlo già visto non lo lasciava, quel giorno non ricomparve e tutto sembrava tornato alla normalità, la gente aveva saputo dell’episodio, ed era già convinta che tutto si fosse risolto… il giorno seguente era di nuovo là.

Fermo… nello stesso punto, il Maestro tornò ad avvicinarsi e la scena si ripeté nello stesso modo, l’uomo spariva, senza rumore, senza lasciare traccia. Decise che il mattino seguente, nel caso si fosse ripetuto lo stesso episodio, avrebbe guardato meglio l’antagonista dal punto più vicino possibile, e così avvenne.

Si fermò a una certa distanza, si mise ad osservare meglio chi aveva di fronte; l’armatura era logora, lo stendardo stracciato, ancora al suo posto, sventolava nel vento… quale vento… non c’era vento… un silenzio innaturale regnava sovrano… nuovi particolari… abbastanza nitidi… sulla destra, in un punto non facile da notare… una ferita, ampia, non era completamente visibile, ma doveva lacerare l’elmo, sicuramente devastante, non era possibile che fosse sopravvissuto… improvvisamente il ricordo… tese la mano… “Amico mio, sei tornato.”… A queste parole, il fantasma svanì alla vista.

Sono un Monaco da tanto tempo ormai, nulla in questa vita mi stupisce, ho visto con gli occhi della consapevolezza oltre le frontiere intangibili all’essere umano, ma reali quanto e più del mondo, e ora la mia presenza è richiesta, lui mi conosce, dice che un’anima perduta compare presso il suo Dojo, un compito arduo si prospetta di fronte, vado lungo sentieri che portano laggiù, il cammino del viandante muove i miei passi.

[continua…]