Di per se il momento del primo rilascio della freccia è ovviamente importante, ancor di più se consideriamo che sono già diversi mesi che si attende il momento, chiaro che si è ancora molto lontani dall’eseguire un tiro corretto per le regole del Kyudô, in un primo momento è anche difficile lasciare la freccia, l’utilizzo effettivo del Guanto da Arciere nel Tiro con l’Arco Giapponese ha anch’esso regole particolari che si fisseranno negli anni successivi.
Si comincia a parlare di anni per il fatto che, soprattutto da questo punto in poi, parte un processo di affinamento dei movimenti che si protrarrà nel tempo, è il discorso della ricerca continua, in cui non si può dire, a un certo momento, di essere arrivati, ma solo che qualsiasi scoperta porta a un maggiore affinamento, la ricerca del particolare nell’azione ha lo scopo di creare una persona più attenta e consapevole nella vita di tutti i giorni.
Effettivamente questo è sempre stato il punto di un’Arte Marziale secondo la mentalità orientale, anche se nel passato questa crescita mentale aveva i suoi risvolti più pratici e immediati, un guerriero che si preparava in questo modo era un combattente che durante la battaglia sarebbe stato meno condizionato dall’ambiente, più sicuro delle sue azioni. Da notare che la preparazione del Guerriero, nel Giappone Medioevale, non si limitava comunque all’uso delle armi, ma si formava anche a livello mentale praticando le filosofie come lo Zen, molto interessante sotto questo aspetto è quello praticato nei Templi di Kamakura in Giappone, di cui si parla nel libro “Lo Zen dei Samurai” della “Ubaldini Editore – Roma”, non è raro che questi raffinati combattenti si occupassero anche di poesia.
Dopo l’introduzione delle armi da fuoco, considerate armi meno onorevoli dai Samurai, l’arco è stato gradatamente escluso dai campi di battaglia, anche se in un primo momento non c’era un effettivo vantaggio tattico ad avere arcieri o archibugieri nell’esercito, è fuori dubbio che addestrare soldati all’uso dell’archibugio era più semplice della formazione di arcieri capaci, quindi la pratica dell’arciera in Giappone ha preso vie diverse.
Visto l’attaccamento alle tradizioni tipicamente orientale, si è cercato di non perdere l’esperienza del campo di battaglia, è stata creata quindi una scuola che tramanda ancora oggi il Tiro di Guerra a Kagoshima.
La pratica del Kyudô deriva da questo tiro, di cui ha mantenuto lo spirito, ma sono state modificate alcune caratteristiche per portarlo a essere un tiro, si può dire, di “pace”, togliendone tutte le caratteristiche “da campagna”, privilegiando il gesto che permette di scoccare una freccia utile, con potenza, precisione e attenzione, e questo è tutto quello che si richiede per creare il gesto artistico, a prima vista può sembrare poco, ma effettivamente la difficoltà è sensibile.