Ascolta e vedi

Ascolta e vedi

Come il ritmo del respiro, anche qui scorre il tempo, scandito dalle stagioni, molte lune si sono affacciate sopra le chiome degli alberi, il nuovo viene pieno di dubbi, l’antico resta a permeare questi luoghi, un piccolo Acero Rosso unico testimone.

Egli ha seguito la via dell’arco con sincerità, e altresì una preparazione spirituale, quel giorno volle esprimere al Maestro un suo dubbio che strideva tra i due mondi: “Ho meditato molto sull’impermanenza, ogni cosa del mondo è transitoria, fugace, ingannevole, in questo contesto come si pone l’imparare una tecnica che appare molto terrena, come può aiutare a elevarsi spiritualmente”.

“La tua richiesta è molto singolare, ma le parole non basterebbero, ti racconterò una storia di questo luogo, così potrai sentire quello che non si può trasmettere parlando”.

… In un giorno passato, molto giovane è il ragazzo che viene portato dal padre al “Dojo dell’Improvviso Risveglio”, la sua vita dovrà essere quella del guerriero, ma prima deve cominciare a imparare la lunga via della dedizione. Il ragazzo era molto ricettivo, ma anche molto irrequieto, arco, spada, naghinata, fiero del suo lignaggio seguiva tutto con quell’entusiasmo giovanile che è tipico dell’età.

C’era un anziano e patetico vecchietto, viveva della carità degli abitanti del luogo, si aggirava nella zona, con un fare allegro e un po’ svanito, era benvoluto da tutti… o quasi. Amava passare il suo tempo osservando le varie attività del Dojo, sopratutto lo si vedeva con uno sguardo intenso osservare coloro che tiravano, ma subito dopo cominciava a fare gesti inconsulti, a volte era talmente insistente che infastidiva e disturbava, tanto che il Maestro a volte doveva andare a parlarci, dopo un po’ il vecchio si allontanava, e si poteva riprendere con più calma.

Il ragazzo è cresciuto, si è applicato molto nella pratica, aveva raggiunto un buon livello, ma quando andava verso il Dojo notò che questo irritante vecchietto lo seguiva, quando tirava gli faceva strani accenni, poi sorridendo si metteva quasi a scimmiottare i movimenti del tiro, il ragazzo ne era fortemente disturbato, chiese diverse volte al Maestro il motivo per cui non lo allontanavano, ma riceveva sempre risposte di circostanza che lasciavano in lui una certa frustrazione.

Quella mattina andò al Dojo per allenarsi da solo, si preparò e tirò qualche freccia, a un certo punto si voltò, di fronte a lui stava il vecchio, si era spinto addirittura a entrare nel luogo della pratica, e lo guardava con quel sorrisetto che era tra il canzonatorio e il compiaciuto.

C’erano solo loro e pensò che non avrebbe atteso nessuno per allontanarlo, fece un passo, in quel momento entrò il Maestro, vide la situazione: “Non avrei aspettato questa volta, non doveva entrare qui.”

Poi si mise in disparte, aspettando che il vecchio venisse allontanato, per un certo tempo parlarono, ma dopo un po’, stranamente, vide i due uomini che si avvicinavano.

Il Maestro disse: “C’è del buono in te, ma ancora non hai compreso il Vedere… è non solo guardare, l’Ascoltare… è non solo sentire”, prese un arco e una freccia, si diresse sulla linea Honza e si voltò… a quel punto invitò il vecchio a raggiungerlo e gli consegnò l’arco e la freccia.

Appena li prese in mano ci fù un come cambiamento, l’anziano assunse una postura marziale, si voltò a guardare l’allievo, uno sguardo profondo, si mise in posizione e avanzò deciso verso la linea Shai.

L’allievo era improvvisamente ammutolito e osservava i gesti precisi che compiva colui che, fino a poco prima, era una semplice comparsa in quel luogo, un tiro pulito, consapevole, come solo al suo Maestro era capitato di vedere fare.

Dopo quel giorno l’uomo anziano non mutò i suoi gesti o le sue espressioni, ma ora ogni cosa che faceva aveva assunto un significato diverso, quel movimento, quell’espressione, quella lamentela racchiudevano piccoli e grandi segreti dell’arco, prima non riusciva a vedere che quando il Maestro andava per parlargli non era per allontanarlo, ma per ascoltare il suo consiglio, andò avanti per lungo tempo sulla Via.

… “Cosa insegna questa storia?” chiese alla fine.

“Senza l’arco non si poteva vedere ciò che era nascosto”.

“Per questo serve uno strumento come l’arco”.

“Ho compreso il legame fra l’arco e l’impermanenza, ma dimmi Maestro, com’è possibile che tu conoscessi così tanti particolari di questa storia, nessuno poteva ricordarli…”

Si limitò a sorridere.

Pagina 16 di 28« Prima...10...1415161718...Ultima »