by oliver | November 14, 2017 | Racconti |
[leggi la prima parte qui]
[leggi la seconda parte qui]
Il Monaco intona un Mantra incomprensibile… Tutto intorno le cose perdono gradualmente i loro contorni… Mi sento leggero, il fumo delle candele mi avvolge, vedo… < vedo… il fumo delle candele avvolge il mio corpo, ma io sono al di fuori, stupito mi aggiro, una strano bagliore illumina i colori innaturali, non si percepisce una vera fonte da cui si emana, è come se tutto avesse una luce propria, guardo il Monaco, risplende quasi da abbagliare, a questo punto capisco, proviene dallo spirito delle cose, alzo lo sguardo verso il cielo, ma tutto attorno è oscuro, seguo questa oscurità, finisce al limite di quello che è foresta nel nostro mondo, tutta la spianata del Dojo ne è come racchiusa, si presenta come un’Isola al confine dell’Abisso, un luogo sospeso tra due piani dell’esistenza, a metà strada tra la luce e l’ignoto… quale mistero si cela oltre il limite? Già l’Abisso comincia ad esercitare la sua attrazione, è meglio che mi muova, non si può attendere oltre. >
< Mentre mi dirigo ove il mio amico attende, vedo che davanti alla pagoda anche il piccolo Acero Rosso ha una luce molto intensa, sembra osservare, controllare la situazione… ma non mi devo distrarre dalla missione… Eccolo, fermo a quel limite che ora è dell’oscurità, mi avvicino e lui… estrae la sua katana… mi assale… una reminiscenza della battaglia… la sua spada rotea in alto… è pronto a colpire… arriva un fendente, resto calmo e chiudo gli occhi… passa qualche momento, appena li riapro vedo che la lama è a pochi millimetri, ma lui è immobile, come una statua… “Amico, tutto è finito, la battaglia è dietro le tue spalle, so il motivo per cui sei qui, e anche tu forse capisci che questa è l’occasione di raggiungere quella pace a cui hai diritto, ora andiamo verso il Dojo, avrai modo di porre fine alla tua ricerca, non indugiamo oltre”… Egli si ricompose, e in silenzio si incamminò con me. >
Apre gli occhi, e io so’ che non è lui, si guarda attorno, forse non afferra ancora bene i limiti della situazione in cui si trova, non dice una parola e ferma il suo sguardo su di me… “Ti è stata data una grande occasione, vedi di non sprecarla.” … si alza e si aggira per il luogo, si vede che tutto gli è familiare, sente forse la nostalgia del tempo trascorso… “Ora fai ciò che devi!” … si volta di scatto, è infastidito, e già la tentazione di restare lo attanaglia, sembra pronto ad attaccarmi, basterebbe poco, lui è un guerriero, non avrei scampo… “Il tuo Amico attende, il tuo Onore e il Rispetto vanno oltre questa vita terrena, non puoi restare più del dovuto.”
A quelle parole ebbe come un tremore, il suo sguardo divenne più disteso, adesso era rientrato nella giusta condizione, cercò di accennare un sorriso e si diresse verso l’arco e la freccia che il Maestro aveva preparato per lui, riconobbe il tutto senza esitare.
< Che posto magico, quanti altri ne potevano esistere al mondo, è fuori dubbio che è la concentrazione della Forza Spirituale a tenere separata la Radura dall’Abisso, chissà quali leggi governano qualcosa che non ha confini, sono qui di fronte al limite e sfioro l’oscuro che sembra promettere la rivelazione dei grandi segreti dell’esistenza che ognuno ricerca lungo la via dello spirito… no… sono troppo vicino, ho quasi ceduto… non deve coinvolgermi! >
Esegue il tiro, nel momento di maggiore impegno fisico e mentale, sento che il lampo della certezza lo attraversa, il rilascio è senza sforzo, si inchina verso il bersaglio, ha capito… vuole prendere una nuova freccia, ma si ferma, il suo spirito è in pace, è tempo che tutto torni come deve essere, con movimenti misurati appoggia l’arco al suo posto, uno sguardo al Tokonoma perché l’ispirazione lo accompagni, e ritorna al suo posto, sa che è atteso.
< Sono sulla strada, quando appare in lontananza, il ricordo della battaglia lo ha abbandonato, ora si incammina sulla via che porta al limite di tutto, il passo è disteso, quando siamo vicini ci fermiamo, nessuna parola è necessaria, è solo l’espressione che conta… riprende la sua via e lo guardo mentre si allontana, è laggiù, nel punto in cui è apparso in tutti questi giorni, eppure non è lo stesso posto… si ferma… si volta… ancora uno sguardo a ciò che si lascia alle spalle, ma più nessuna ombra lo vuole strappare alla sua nuova condizione… uno scatto… un balzo… ed è già oltre… mentre io devo tornare in fretta…. >
E alla fine tutto riacquista il suo colore, la luce del crepuscolo inonda tutta la radura, – “Dimmi cosa hai visto” – “Era tranquillo quando ha oltrepassato l’oscurità, il resto forse lo conosci meglio di me.” – “Eppure non ho mai fatto l’esperienza che hai fatto tu, io sono sempre e solo un tramite” – Quando saremo riposati ti racconterò.”, nei giorni successivi discutemmo molto della mia esperienza.
…
Dopo qualche tempo il Monaco riprese la sua via, mi lasciò con questa frase: “Immenso e mutevole è il mondo al di là del confine… ricorda… quello che è stato dipende molto da un tuo modo di vedere e di pensare, forse si tratta di un elemento di difesa per non fare trascendere e annichilire la mente.”, ma non si può dimenticare quella luce… l’opportunità, e più probabilmente anche il senso, del nostro passaggio in questa vita è di fare in modo che si accresca… e già mi assale la nostalgia di ciò che non ho conosciuto…
by oliver | October 25, 2017 | Racconti |
[leggi la prima parte qui]
“Là… da quella parte.” – “In questi giorni è stato sempre così?” – “Nessuna variazione, compare sempre nello stesso luogo, quando tento di avvicinarlo svanisce.” – “Quindi è una tua conoscenza.” – “Si, è il mio vecchio amico, abbiamo seguito ambedue la stessa strada, ma alla fine lui non è riuscito a cogliere l’ultimo segreto, essendo al servizio del Daimyo è dovuto partire per la guerra, dove mi hanno detto che ha trovato una morte onorevole, quando l’ho visto non mi è stato possibile riconoscerlo, io sentivo di sapere, ma la mente rifiutava di credere, quando sono riuscito ad osservarlo ho superato quel limite.” – “Quindi non è arrivato a cogliere l’essenza del Tiro con l’Arco, e di questo era molto amareggiato?” – “Mi promise che sarebbe tornato per finire il suo percorso.” – “Dunque è questo che lo trattiene ancora qui, deve conoscere, altrimenti non sarà mai in pace, il problema riguarda tutti e due, dovrai prepararti, sarà qualcosa di pericoloso, ora devo ritirarmi in meditazione, quando avrò finito esporrò le mie conclusioni, e la decisione sarà tua.”
Il Monaco prese posto nella piccola pagoda, restò a lungo in raccoglimento, preparazione al rito, qualcosa di estremo, ben pochi potevano asserire di essere riusciti a conseguire il successo, aveva tutti gli elementi per poter eseguire questo? Il dubbio gli sferzava la mente, avrebbe dovuto rinunciare? Pericolo che si annida, l’officiante non ne sarebbe stato esente, ogni errore sarebbe stato dolorosamente pagato, ma era la sua missione, doveva fare in modo di concedere pace… il prezzo non aveva importanza.
“Potrei semplicemente fargli oltrepassare il limite e tutto sarebbe risolto, ma il suo spirito resterebbe insoddisfatto.” – “No, nessuno di noi due potrebbe perdonarselo.” – “Come si presenta il segreto dell’Arco.” – “Non si può spiegare a parole il gesto in conformità con le leggi della natura, scoccare la freccia senza desiderio.” – “Come avviene questo?” – “Dopo lungo apprendimento è lo stesso corpo che impara a disporsi lungo la via della freccia, unione di tecnica e spirito.” – “Quindi si può dire che il tuo corpo ha appreso questo segreto, come avevo previsto si deve ottenere uno scambio dell’essenza spirituale, tu dovrai lasciare il posto, perché lui possa attraverso il tuo corpo fare l’esperienza del tiro corretto, ma ti avverto, ci saranno dei pericoli.” – “Dimmi…” – “Io creerò il ponte su cui potrete scambiare le essenze, e terrò aperta la via, quando sarai oltre la soglia lo troverai là che ti aspetta e lo indirizzerai, mentre lui sarà al tuo posto, tu resterai sospeso tra un mondo e l’altro, e subirai la tentazione dell’Abisso, nessuno può sapere cosa c’è oltre, e più resterai là, più questa attrazione sarà forte, ma se andrai non potrai tornare, hai compreso?” – “Certo, ma non posso in coscienza ritirarmi da questa impresa, sarà quello che deve, quando ti sentirai pronto cominceremo.”
…
Al centro dell’area di preparazione al tiro nel Dojo prendiamo posto, tutti sono stati mandati a casa e siamo nella più assoluta tranquillità, mi accingo a compiere il Rito, raccolgo le mie energie, ogni elemento scorre intorno, intreccio dei fiumi della vita e della morte… deve ritornare, ma anche lui avrà una tentazione, quella di restare, di tenere la vita che non gli appartiene, io credo che il Maestro sappia anche questo, potrebbe essere lasciato là fuori, ma non ha detto di no… Tutto è pronto.
“Ora concentrati, il passaggio è senza dolore, ascolta la mia voce, per te sarà come un sogno, quando sarai dall’altra parte devi cercare il tuo amico e indirizzarlo, il resto riguarda il volere di chi è a un piano spirituale oltre il nostro.” – “E’ ora.”
[continua…]
by oliver | September 26, 2017 | Racconti |
“Maestro guarda, è laggiù” – “Si, lo vedo, sembra un Samurai proveniente dalla battaglia” …
La figura si ergeva all’imboccatura della strada, immobile, come se attendesse… Nessuno ancora aveva osato avvicinarsi, poteva trattarsi di uno sbandato in fuga, l’aspetto era lacero, in lontananza non si distingueva bene, sembrava fosse in osservazione…
“Altra gente lo ha visto, sembra che sia qualche giorno che compare nello stesso luogo, tutti evitano questo passaggio, dicono che si tratta di uno spettro.” – “Inutile attendere oltre, devo andare a vedere che intenzioni ha.”, risolutamente mosse i suoi passi in quella direzione, nessuna reazione scosse lo sconosciuto. Mentre si avvicinava gli parve che la figura fosse in un certo modo familiare, dove lo aveva già visto, continuò a camminare, ormai era giunto abbastanza vicino… ci fu un fremito nell’aria, e il Samurai scomparve alla vista… quando si trovò sul punto poco prima occupato dall’uomo, il Maestro non trovò alcuna traccia… impossibile… nessuno avrebbe potuto muoversi così in fretta e silenziosamente, restò un po’ di tempo in ascolto, lentamente i suoni della foresta riempivano nuovamente l’aria, ritornò sui suoi passi.
Chi poteva essere quel Samurai? La sensazione di averlo già visto non lo lasciava, quel giorno non ricomparve e tutto sembrava tornato alla normalità, la gente aveva saputo dell’episodio, ed era già convinta che tutto si fosse risolto… il giorno seguente era di nuovo là.
Fermo… nello stesso punto, il Maestro tornò ad avvicinarsi e la scena si ripeté nello stesso modo, l’uomo spariva, senza rumore, senza lasciare traccia. Decise che il mattino seguente, nel caso si fosse ripetuto lo stesso episodio, avrebbe guardato meglio l’antagonista dal punto più vicino possibile, e così avvenne.
Si fermò a una certa distanza, si mise ad osservare meglio chi aveva di fronte; l’armatura era logora, lo stendardo stracciato, ancora al suo posto, sventolava nel vento… quale vento… non c’era vento… un silenzio innaturale regnava sovrano… nuovi particolari… abbastanza nitidi… sulla destra, in un punto non facile da notare… una ferita, ampia, non era completamente visibile, ma doveva lacerare l’elmo, sicuramente devastante, non era possibile che fosse sopravvissuto… improvvisamente il ricordo… tese la mano… “Amico mio, sei tornato.”… A queste parole, il fantasma svanì alla vista.
…
Sono un Monaco da tanto tempo ormai, nulla in questa vita mi stupisce, ho visto con gli occhi della consapevolezza oltre le frontiere intangibili all’essere umano, ma reali quanto e più del mondo, e ora la mia presenza è richiesta, lui mi conosce, dice che un’anima perduta compare presso il suo Dojo, un compito arduo si prospetta di fronte, vado lungo sentieri che portano laggiù, il cammino del viandante muove i miei passi.
[continua…]
by oliver | July 6, 2017 | Racconti |
2016年11月29日 オリヴァー作 (若林 美和・訳)
(著者の注釈:より短い描写を感覚に変形しようとしながら、最初の人をばかにした優越感の状態から最後には相対的な敬意に昇格させながら、この物語を読む)
俺は暗い影の中にいて、恐れの中に生き、精神のいたるところに忍び込み、存在したり、存在しなかったり、俺の本質は消えていき…あいまいで…あらゆるところで悪を象徴するが、結局は「鬼」、それが俺の本質だ。
俺は何も意識がない。いつから存在するのか?何が本当の目的なのか?俺はここにいる、それだけで十分だ。お前たちの存在の中でひそかにうろつく。お前たち小さきものは…俺を見ることすらできないのだ。だがしかし、お前たちが予期もしていない時に…俺は実行する…すばやく手に入れる、俺の大権はお前たちから奪うこと…思考や…行動や…お前たちの暮らしに躍り出て、とんでもないことをしでかす…お前たち…お前たち…!小さきもの…
そして、頃合を見計らって、俺はさまようのを止める。場所があるのだ…
ああ、そうだ!これにおいてはお前たちは優秀だ!お前たちは美の一角を造りだす。そして、俺はお前たちを憎むのだ!時々、このお前たちのぼろ屋で立ち止まるのが好きだ。俺は好きなのだ…意のままに動かすのが!…お前たちが安らぎの場所とも信じているところで…俺はまさにここで場に登場する:俺のあざ笑いがお前たちを追う…聞こえないか?そうだ!…そのとおりだ!お前たちはこの俺の執拗さを非難していたが、そのとおりだ…!かろうじて理解する何かに対してできることはわずかだ。
みろ…
林間の草地。小さなお堂のような建物。懸命になる人々…やつらの小さい人生においてどれだけの骨折りか!俺はもうやつらの間にいる。
やつらは何をしているのだ?そんなに敬意を払われている、あの小さい男は誰なんだ…?俺はぐるぐる回り、ある気配を感じる。お堂のような建物の向かいに光の存在を感じ、遠くにとどまり、俺は俺の道を行きながら愚弄する。
この場所は何だ?ある種の精神性と関係がある訓練をするあれらの場所のひとつに見えるが。弓と矢を使っている。ある程度の精神性に到達する方法だと言うが…時折、俺は関心を持つ、こいつら…人間…の心が磨かれるこの衝動に…!俺は立ち止まる、そうして、あちらこちらで、俺の権利や才能ややつらの骨折りを繰り返し邪魔することにおける俺の腕前を行使するために…。まだ何かこれというやり方はないが、ここに構えるとでもするか…
…永遠であるものにとって、時間なんぞどれほど取るに足らないことか。やつらは気付いている、俺がここにいることを感じている、確信し得てはいないとしても。だが、やつらはより頻繁に小さい男に-俺にはもはややつらの師だとわかったが-助言を求めている…俺はやつに対して俺の威風を見せないように漂う…やつは俺を見ている…そんなばかな!ありえない!やつは見えないはずだ…にもかかわらず、俺はほぼ確信している、やつが何らかの方法で…そんなばかな!
…
今日は特別な日。大勢の人々が待っている。やつらの儀式のひとつかもしれぬ、完全に到達しないことにおける限度を超えるために。それほどせずして、小さい男が姿を現す。やつの持つ一番の晴れ着を着たにちがいない。やつは弓を持っているが、ひとつとして矢は持たない…!確かなまなざし、決然とした歩み、正確な動き…!立ち会うものたちは、敬意…畏敬の念を持って観ている!
今や、やつは道場の中心にいて、見回す…なるほど。やつは俺を倒すためにここにいるのだ!おかしなことだが、俺は楽しんでいる:ぴょんぴょんと俺はやつの前に飛び出し、俺の全ての力でやつにいどむために直立する。まして、やつは見えないのだから…まさか!またあのまなざし、あたかも知っているかのように…前に弓を掲げ、歩き始める…矢のない弓を俺に向けて!俺はやつを冷やかし、からかい続け、ものともしない。やつは虚空を見つめ、立ち止まる。やつは弓の弦(つる)を軽く張り…振動を起こす…
音…ちくしょう!…何かが俺に当たり、俺は地面に倒れ…のたうつ!分からん…急いで起き上がる!何が起こっているんだ?俺の世界に属する力よ!何故、有り得るのか?…じっと見る…風…が立ったか?…有り得ない、俺は一度も世俗の自然力を知覚したことがないのだ…このようには!
あたりでは何が起こっているのか?男は道場の中心に戻っている。そして…やつも他のやつらもこの風を感じていない!俺は持ちこたえているが…やつは道場の他の側の方へ進んでいる…だが、今や俺は準備が整った。もうやつは俺を驚かせないだろう!俺はやつの前にいたいと、数歩動く…風が…今他の方向からやって来る…この状況を理解せねば!俺は様々な方向に動き、まもなく、風は…道場の中心に根源があることが明らかだ…!旋風のようで、外側の方向に押し寄せる!今までに全く感じたこともない…!しかし、男はほぼ他の境界線に着いた…素早く俺は再びやつの前に立つ…弦(つる)は振動し、そして…俺はかぎ爪を踏ん張る…この力が俺を再び襲撃する…すんでのことで俺を制圧しないが…風の圧力は増した…嵐の中にいるようだ…自分の動きをよく統制できない…有り得ない!どうしてやつはできたんだ?これは何の力だ?対抗する!男は…どこだ?よく見えない…やつはまた別の側に行っている…やつに追いつくことができない…かろうじて立っていられるぐらいだ…弓だ!…くそっ!弓は三度目の音を発する!…痛撃…これ以上持ちこたえられない!俺は外に投げつけられた…広々とした野原に…
静けさ…!俺は再び立ち上がる…あちらから遠いところで…躍進する…せねばらなぬ!戻らなければならないのだ!
なんという力が…俺をまだはねつけるのだ…もう無理だ!俺は追われて、敗北した!
この場所から俺は退散するさ!俺の永遠の当てもないさまよいにおいて、二度と見くびらないでおこう…しかし、何だこの新たな敬意は!お前たち…小さきものたちよ!だが、お前たちは自身の存在を高めるこの力を持つ…二度と!二度とは見くびらないでおこう…!
(神道においては、現在でも、いくつかの儀式において重要な場所の浄化のために特別な弓々を使用する。その目的は、ある霊的な力を保持し得ると信じられていることによる。昔は、弓の持ち主の侍の精神も内部に宿り続けるだろうというのが一般的な考えであった。このことより、見えない矢を浴びせるように、弓の振動と共に霊的な力をほとばさせながら、この弓の力が様々な病を阻止し得、鬼に対抗し得るということがあった)
オリヴィエーリ・ピエトロ・パオロへ、文体形式に関する貴重な助言の数々に感謝します。
by oliver | June 7, 2017 | Racconti |
[Leggi QUI la parte prima]
[Leggi QUI la parte seconda]
Ora che i fatti sono stati rivisitati, mi sentirei di mettere assieme gli elementi della vicenda come vengono fuori da queste nuove indagini: la giornata si presentava limpida… ventosa, ma non esageratamente, il suono dello Shakuhachi sottolineava le folate di vento, le fronde erano smosse…[Parte rovinata e illeggibile]…ogni invitato prende posto, il Generale è sul suo palco, da cui può osservare tutto, ma anche essere bene in vista… le Guardie erano disposte nei soliti punti strategici e il Capo delle Guardie era nella sua [ solita posizione ], dietro la linea di tiro, a poca distanza dagli arcieri intenti nell’esecuzione… il suono del Flauto a un certo punto comincia a diventare più cupo, [ segno che si sta’ spezzando ], cosa di cui si poteva accorgere solo un fine esteta e colui che aveva concepito l’idea…[Parte rovinata e illeggibile]…il Maestro cambia a quel punto l’ordine dei tiratori, inserendosi e cominciando la sua serie… lo Shakuhachi smette di emettere suoni, di lì a poco si sarebbe spezzato… il Maestro avverte questa variazione e sa che ha poco tempo, quindi il suo penultimo tiro è leggermente anticipato, cosa che viene notata sia dal Generale che dal suo biografo… con calma va’ a prendere la freccia appoggiata un po’ in disparte; perché ha usato una freccia particolare? Penso sia il fatto che non poteva eseguire [ il suo tentativo ] con una freccia qualunque, nel caso qualcuno [ avesse capito ] tutto non doveva sembrare un colpo casuale, comunque il codice esige rispetto…[Parte rovinata e illeggibile]…con calma si prepara e arriva sulla linea di tiro, calcola all’incirca il tempo necessario alla caduta del sacco, segno che c’era stata una certa preparazione in precedenza… quando è al momento di massima tensione, il Flauto si spezza e il sacco cade con grande fragore, il Samurai fa il suo movimento per voltarsi a fronteggiare l’eventuale minaccia, preciso come da ferreo allenamento, il piede preme sul punto prestabilito… il pavimento cede, non esageratamente, ma quanto basta per sbilanciare l’uomo che cade [ all’indietro finendo addosso ] al Maestro sulla linea di tiro… a questo punto penso che possa essersi verificato un altro fatto: il Maestro è ovviamente molto esperto, c’è dunque la possibilità che… per un attimo… abbia potuto controllare la situazione, dirigendo la sua freccia verso il Generale, e poi cadere.
Molti sono ancora i punti oscuri della vicenda, uno su tutti è: come può il Maestro essere stato avvertito dei piani del Generale con tale anticipo per poter eventualmente organizzare tutto questo… e dico eventualmente perché non si potrà mai avere la certezza che i fatti si siano svolti veramente in questo modo, a meno di conferme dirette da parte dell’esecutore materiale; e poi comunque a quale scopo cambiare il rapporto ufficiale, egli ha reso un grande servizio a tutto il paese, visto che ha fermato una guerra che si sarebbe protratta per un tempo indefinibile.
…[Parte rovinata e illeggibile]…
Qualche giorno fa sono stato al Dojo, circa tre anni ci separano da quei fatti, mi sono ritrovato vicino al punto in cui c’è il supporto su cui è stato apposto un altro Shakuhachi con le stesse modalità, anche questo ha l’aria di essere discretamente vecchio e logoro, ma serve sempre al suo scopo.
Stavo pensando alla versione degli eventi come l’ho qui descritta, in quel momento passava anche il Maestro, mi riconobbe e… per un attimo… i nostri sguardi si incrociarono, a quel punto diedi un’occhiata allo Shakuhachi e tornai a incrociare il suo sguardo… egli annuì impercettibilmente, come per farmi capire che ero giunto alla giusta conclusione, sorrise e [ se ne andò ] per la sua strada….
(N.d.a.: E’ il caso di fare notare, per chi non lo sapesse, che effettivamente durante le battaglie era uso ci fossero arcieri particolarmente abili dotati di frecce con elementi personalizzati, servivano per colpire i Comandanti delle truppe avversarie, questo per far capire che non era stato un gesto casuale oppure una freccia vagante, la cosa rispondeva a un preciso codice di comportamento.)
by oliver | May 24, 2017 | Racconti |
[Leggi QUI la parte prima]
Questi nuovi dettagli mi fecero iniziare un percorso in cui ho riconsiderato i fatti di quel giorno, scomponendo e analizzando separatamente i tre momenti principali della vicenda, introducendo anche gli elementi che possono sembrare ininfluenti o poco pertinenti.
Il primo elemento, lo Shakuhachi si rompe e provoca la caduta [ del sacco ], un evento che a prima vista può sembrare una fatalità, poteva accadere in qualsiasi momento, il flauto era vecchio e il sacco pesante, sarebbe mai possibile riuscire a prevedere questo? Ammettiamo per un momento l’esistenza di un artigiano capace, il quale possa fare in modo, eseguendo un particolare lavoro, di indebolire il flauto Shakuhachi, così che si potesse spezzare dopo essere stato sollecitato per un certo tempo da un peso di un certo tipo, probabilmente si potrebbe prevedere con una buona approssimazione il momento in cui questo si può verificare, ovviamente si sarebbe reso necessario allestire il tutto non molto tempo prima della manifestazione.
Normalmente, nella giornata precedente a quella prefissata, il Generale inviava un reparto scelto di Guardie personali a fare un controllo della zona, ma certamente notare il flauto e il suo supporto sarebbe stato ritenuto completamente inutile, quindi si poteva eseguire la sostituzione poco prima del loro arrivo, avendo un lasso di tempo, direi abbastanza controllabile, di circa un giorno e mezzo.
Ma come sarebbe possibile capire che [ il Flauto si stava ] spezzando…[Parte rovinata e illeggibile]…i versi del poeta dicono che il suono si “incupiva”… questo potrebbe indicare la progressiva piegatura dello Shakuhachi, quindi il momento in cui il suono si interrompe avrebbe potuto essere la vicinanza al momento in cui si sarebbe definitivamente spezzato.
Comunque anche questo non basterebbe, ma consideriamo ora il secondo fatto, [ la Guardia ] che si è sbilanciata quando il pavimento ha ceduto sotto il suo peso proprio nel punto dove ha appoggiato il piede. Ci potrebbe essere una spiegazione anche per questa situazione, e qui interviene un particolare che necessita di essere approfondito.
Il Samurai in questione altri non era che il Capo delle Guardie del Corpo del Generale, uomo di grande esperienza guerriera controllava sempre personalmente il sito prima del suo arrivo con il seguito, era già stato quindi al Dojo altre volte; dopo l’ispezione si fermava sempre fino al giorno seguente, disponendo le Guardie per il mantenimento della sicurezza. Appena aveva svolto queste mansioni, lo si [ poteva vedere ] mentre compiva i suoi esercizi giornalieri; movimenti essenziali, misurati, precisi… si, precisi… questo ovviamente significa che, dopo lungo tempo, aveva acquisito una grandissima padronanza …[Parte rovinata e illeggibile]…come accade sempre nei più grandi esperti di arti marziali, facesse i movimenti con le stesse modalità perché gli permettevano di spostarsi in fretta e efficacemente per contrastare le minacce, ma questo vuole dire che eseguiva sempre lo stesso, identico movimento anche per voltarsi di scatto, mettendo quindi il piede di appoggio sempre, più o meno, nello stesso punto rispetto al corpo.
Quando si svolgeva la manifestazione le Guardie venivano disposte in punti strategici, per poter intervenire con rapidità, ormai il Capo delle Guardie conosceva molto bene il posto e sapeva dove posizionare [ gli uomini ], e soprattutto se stesso…[Parte rovinata e illeggibile]…la sua posizione era sempre la medesima, lievemente dietro il punto in cui gli arcieri scoccavano la freccia, non tanto vicino per infastidirli, non tanto lontano per non potere intervenire efficacemente, con maniacale cura ogni volta era preciso nel suo esatto punto, pronto a scattare se vedeva qualche comportamento anomalo.
Potrebbe essere che, ad un buon osservatore, non fosse sfuggito il movimento compiuto durante i suoi allenamenti, facendo poi in modo di individuare la zona in cui, con grande probabilità, potesse appoggiare il peso nel movimento necessario a voltarsi, allentando o comunque deteriorando in qualche modo [ le assi del ] pavimento in quel punto per provocare lo sbilanciamento dell’uomo.
Ora consideriamo il terzo fattore, ossia l’arciere sulla linea di tiro; chi ha letto il rapporto da me stilato ufficialmente, saprà già si trattasse del Maestro del Dojo; il momento in cui dimostrava il suo tiro era particolarmente atteso dal Generale, che ammirava quel gesto, fatto di tecnica e di spirito, in accordo con le leggi della natura, massima rappresentazione dello stato dell’arte.
Un uomo di pace, aveva dedicato gran parte della sua vita alla disciplina dell’arco, anche qui era visibile la precisione nei gesti tipica, come per il Samurai a capo della scorta, di un esperto di Arti Marziali; da notare che, da arciere completo, aveva anche una certa abilità come artigiano…[Parte rovinata e illeggibile]…costruttore tra l’alto di archi, frecce, guanti… ma torniamo agli avvenimenti… un altro fatto che, di per se, non può costituire un elemento sostanziale, è avvenuto non molto tempo prima del culmine della vicenda: il Maestro ha anticipato la sua dimostrazione.
La cosa è stata notata da alcuni ospiti; si è pensato ad un atto di rispetto per il Generale, il quale più di una volta aveva sottolineato il suo apprezzamento, nulla è sembrato quindi turbare lo svolgimento [ della giornata ], un solo altro particolare è stato aggiunto dal Capo delle Guardie in persona, il quale purtroppo non può essere ulteriormente interrogato, essendo diventato un Ronin dopo la vicenda, non se ne è saputo più nulla…[Parte rovinata e illeggibile]… [ a quanto disse ] sembra che il Maestro non abbia preso [ quell’ultima ] freccia particolare dal gruppo delle altre.
[continua…]