[leggi la prima parte qui]
Nei giorni successivi lasciò che le cose si svolgessero nel solito modo, per non insospettirla, essendo più attento alle cose continuò a notare queste lievi modifiche alle posizioni di alcuni oggetti; poi un giorno si decise a un’osservazione più serrata, con circospezione… non dovette attendere molto.
Quando giunse, alla sera, l’ora in cui tutti rientravano alle loro abitazioni, lei restò, come faceva di solito, a finire alcune cose prima di andare… quando nessuno era più in vista si diresse verso il Dojo e vi entrò, poco dopo ne uscì con un arco e alcune frecce, nascosta dalle prime ombre della notte si diresse fuori dalla zona…
Entrò in un casolare abbandonato poco lontano, accese una piccola lanterna, la fioca luce illuminava a malapena una zona con all’interno un Makiwara; il Maestro aveva preso posto presso una finestrella, vide che cercava di eseguire quello che era stato insegnato durante la lezione della giornata appena trascorsa; egli non poté fare a meno di notare che, pur non potendo avere un insegnamento diretto, eseguiva il tiro con una certa correttezza stilistica, segno che da veramente lungo tempo stava seguendo la situazione.
Nei giorni successivi continuò a osservarla, per i tiri a lunga distanza usava un metodo semplice, dietro al casolare vi era uno spazio semicoperto, forse un ex magazzino, in cui appoggiava il bersaglio illuminato dalla fiammella di un lampada a olio, mentre la piccola lanterna era posta nella zona in cui si trovava la linea di tiro… si esercitava per circa due ore, quello che poteva rubare al sonno, per presentarsi al mattino alle sue mansioni, infine riportava sempre indietro il materiale dopo averlo accuratamente ripulito e controllato… questo spiegava molte cose.
Mai aveva visto una tale dedizione, dopo qualche tempo era sicuro che doveva coinvolgere maggiormente questa ragazza, darle un insegnamento più diretto, e nello stesso tempo dare una lezione ai suoi allievi.
Aveva preso accordi per fare in modo che lei portasse il thè durante la lezione del pomeriggio, sarebbe arrivata durante una spiegazione di fronte al gruppo… quando fu il momento, mentre ancora parlava fece servire il thè… solerte nei suoi compiti passava da un allievo all’altro, che la guardava quasi distrattamente senza avere nessuna considerazione… “Oggi si parla della contemporaneità durante lo svolgersi del tiro, ma questa volta vedremo qualcosa di nuovo, c’è tra voi qualcuno che ho osservato eseguire finalmente un tiro degno di nota, per il livello a cui è giunto”… Gli allievi si guardarono l’un l’altro soddisfatti, tutta questa considerazione del Maestro per uno di loro, chi sarebbe stato il prescelto, larghi sorrisi apparvero sulle loro facce… a quel punto disse “Ragazza, posa la teiera e esegui un tiro con questo arco”, e gli porse il suo arco personale con una delle sue frecce… Per un attimo sul viso della ragazza apparve un’espressione sorpresa, ma poi sostenne lo sguardo di tutti, che avevano cominciato a mormorare il proprio disappunto.
“Silenzio e osservate” … lei posò tutto e tranquillamente, ma decisamente si preparò, e il Maestro non poté fare a meno di notare la calma con cui aggiustava i suoi vestiti perché non disturbassero il tiro che doveva compiere, non aveva agito d’impulso e in fretta, egli attese con sguardo ammirato che tutto fosse a posto.
Si avvicinò al Maestro e prese l’arco e la freccia che gli venivano porti, tra un mormorio sommesso si avvicinò alla linea di tiro, i movimenti erano ancora acerbi, ma era evidente la cura che poneva al rispetto della regola, unendo armonicamente i movimenti, il suo tiro andò all’interno del bersaglio… non proprio nel centro, c’era ancora da lavorarci su.
“Io ho visto ciò che voi non potere apprezzare, e in lei c’è una determinazione che non ho visto in nessuno di voi, da oggi entrerà a pieno diritto a fare parte della scuola, e se a qualcuno non sta bene, è caldamente esortato a cercare la propria via in un altro posto” … se ne andarono con sguardo sdegnato, ma nessuno osò aprire bocca.
EPILOGO: La ragazza ha percorso a lungo con me la Via dell’Arco e ora è pronta per prendere il mio posto, senza peraltro rinunciare alla sua vita, cresciuta avendo occhio anche per bellezza e raffinatezza, ora sua figlia è un’allieva attenta, altre persone di larghe vedute sono arrivate per imparare, e molto ha meritato.
…
Mi piace ricordare ancora la volta che andammo alla Corte Imperiale, chiamati come altre scuole per dimostrare il nostro tiro di fronte all’Imperatore, quando per caso uscì fuori la storia di come lei fosse arrivata nel nostra comunità, questa si intersecò con un’altra storia di una nobildonna che dovette andarsene per sfuggire a una congiura di palazzo, portandosi dietro sua figlia, quando l’Imperatore in persona seppe che lei si chiamava Yukiko, mi fece raccontare con dovizia di particolari questi fatti, nonché a descrivere la madre e gli avvenimenti che seguirono; non vi erano dubbi, tutto coincideva, sapemmo che i colpevoli erano stati puniti, ma della donna e sua figlia nessuna traccia, a quel punto le venne chiesto se volesse rientrare al posto che le spettava….
Gentilmente, ma risolutamente lei disse che il suo desiderio era di restare con noi, chiese solo l’indispensabile per mettere a posto un po’ di cose, si voltò e mai una volta ebbi l’impressione che abbia rimpianto quella decisione… la Nobiltà… o sì… la Nobiltà non è per diritto di nascita, ma è qualcosa di più intimo, più personale, a volte portata da una tempesta di neve.
Che bella storia
Eilà… grazie!