Ci sono diverse ragioni per le quali ci si può avvicinare a un’Arte Marziale quale è il Kyudo: in primo luogo, secondo il sottoscritto, c’è una passione per la filosofa e l’arte orientale in genere, riguardante più uno stato mentale che fisico, in effetti ho sempre considerato il Kyudô un tiro più filosofico che pratico. Altre ragioni possono riguardare il fatto dell’essenzialità delle forme tradizionali, come la stessa forma dell’arco, che si rifa’ a quello medioevale utilizzato in battaglia; alcuni poi hanno letto il famoso libro “Lo Zen e il Tiro con L’arco” di Eugen Herrigel, che descrive la sua esperienza con il maestro Awa Kenzo sull’apprendimento di quest’arte, che ha diversi stili associati generalmente a un particolare Arciere che ha dato inizio alla linea della scuola di appartenenza.

I primi passi del Kyudo

Normalmente in un primo momento si partecipa a un incontro per aver modo di vedere come si sviluppano le lezioni (in molti casi non si è praticamente mai osservato come si svolge il tiro), e avere quindi modo di decidere la partecipazione.
Appena entrati si comincia a considerare l’ambiente, il primo periodo è forse il più difficile da superare, in quanto si deve cominciare ad apprendere il rapporto con diverse cose: in primo luogo si comincia eseguendo tutto quello che porta allo sgancio della freccia (cosa che non può avvenire subito dato il metodo che si deve utilizzare, ogni elemento ha la sua norma), il tiro vero e proprio avviene in conseguenza di movimenti ben determinati, quindi si deve attendere di avere una certa forma iniziale, questo periodo varia a seconda di quanto tempo necessita per apprendere una prima bozza del necessario.
Di pari passo si comincia ad avere modo di osservare il comportamento nel Dōjō, ovvero “il Luogo della Pratica“, in cui ci si deve muovere con attenzione, anche questo fa parte della pratica del Kyudô, il modo di rapportarsi al Maestro, con gli altri praticanti e con la stessa attrezzatura.

Le prime lezioni hanno anche lo scopo di capire se si è adatti a questa disciplina: una delle prime cose che vengono dette, nel caso di un gruppo che segue una via classica, è che si richiede un’attenzione particolare all’insegnamento così che si vada a creare un ambiente di rispetto tra il Maestro e l’Allievo, condizione necessaria per procedere nell’Arte Marziale tradizionale. Un concetto con cui non è semplice in un primo momento entrare in sintonia, qui potrebbe esserci un primo scontro tra mentalità diverse: occidentale e orientale.

Al riguardo del materiale, arco, frecce e guanto vengono di norma forniti dalla scuola per i primi tempi, solo dopo che si ha la sicurezza di andare avanti si dovrà acquistare il proprio materiale, visto che il tutto va’ adattato alla persona.
Quindi i primi tempi si passano a ripetere i primi movimenti, come muoversi dalla linea di attesa (Honza) alla linea di tiro (Shai), come porsi di fronte al bersaglio, l’allineamento, l’incocco della freccia, e poi col tempo arrivare a tendere l’arco, iniziando a conoscere il modo speciale della torsione sull’impugnatura, parte integrante del modo di utilizzo, la Tecnica, questo senza ancora scoccare la freccia, passano così i primi mesi, fino al momento in cui il Maestro decide che si è giunti al momento del primo sgancio.

Quindi la domanda la porgo a voi: Perchè scegliere il Kyudo?