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Il Monaco intona un Mantra incomprensibile… Tutto intorno le cose perdono gradualmente i loro contorni… Mi sento leggero, il fumo delle candele mi avvolge, vedo… < vedo… il fumo delle candele avvolge il mio corpo, ma io sono al di fuori, stupito mi aggiro, una strano bagliore illumina i colori innaturali, non si percepisce una vera fonte da cui si emana, è come se tutto avesse una luce propria, guardo il Monaco, risplende quasi da abbagliare, a questo punto capisco, proviene dallo spirito delle cose, alzo lo sguardo verso il cielo, ma tutto attorno è oscuro, seguo questa oscurità, finisce al limite di quello che è foresta nel nostro mondo, tutta la spianata del Dojo ne è come racchiusa, si presenta come un’Isola al confine dell’Abisso, un luogo sospeso tra due piani dell’esistenza, a metà strada tra la luce e l’ignoto… quale mistero si cela oltre il limite? Già l’Abisso comincia ad esercitare la sua attrazione, è meglio che mi muova, non si può attendere oltre. >
< Mentre mi dirigo ove il mio amico attende, vedo che davanti alla pagoda anche il piccolo Acero Rosso ha una luce molto intensa, sembra osservare, controllare la situazione… ma non mi devo distrarre dalla missione… Eccolo, fermo a quel limite che ora è dell’oscurità, mi avvicino e lui… estrae la sua katana… mi assale… una reminiscenza della battaglia… la sua spada rotea in alto… è pronto a colpire… arriva un fendente, resto calmo e chiudo gli occhi… passa qualche momento, appena li riapro vedo che la lama è a pochi millimetri, ma lui è immobile, come una statua… “Amico, tutto è finito, la battaglia è dietro le tue spalle, so il motivo per cui sei qui, e anche tu forse capisci che questa è l’occasione di raggiungere quella pace a cui hai diritto, ora andiamo verso il Dojo, avrai modo di porre fine alla tua ricerca, non indugiamo oltre”… Egli si ricompose, e in silenzio si incamminò con me. >
Apre gli occhi, e io so’ che non è lui, si guarda attorno, forse non afferra ancora bene i limiti della situazione in cui si trova, non dice una parola e ferma il suo sguardo su di me… “Ti è stata data una grande occasione, vedi di non sprecarla.” … si alza e si aggira per il luogo, si vede che tutto gli è familiare, sente forse la nostalgia del tempo trascorso… “Ora fai ciò che devi!” … si volta di scatto, è infastidito, e già la tentazione di restare lo attanaglia, sembra pronto ad attaccarmi, basterebbe poco, lui è un guerriero, non avrei scampo… “Il tuo Amico attende, il tuo Onore e il Rispetto vanno oltre questa vita terrena, non puoi restare più del dovuto.”
A quelle parole ebbe come un tremore, il suo sguardo divenne più disteso, adesso era rientrato nella giusta condizione, cercò di accennare un sorriso e si diresse verso l’arco e la freccia che il Maestro aveva preparato per lui, riconobbe il tutto senza esitare.
< Che posto magico, quanti altri ne potevano esistere al mondo, è fuori dubbio che è la concentrazione della Forza Spirituale a tenere separata la Radura dall’Abisso, chissà quali leggi governano qualcosa che non ha confini, sono qui di fronte al limite e sfioro l’oscuro che sembra promettere la rivelazione dei grandi segreti dell’esistenza che ognuno ricerca lungo la via dello spirito… no… sono troppo vicino, ho quasi ceduto… non deve coinvolgermi! >
Esegue il tiro, nel momento di maggiore impegno fisico e mentale, sento che il lampo della certezza lo attraversa, il rilascio è senza sforzo, si inchina verso il bersaglio, ha capito… vuole prendere una nuova freccia, ma si ferma, il suo spirito è in pace, è tempo che tutto torni come deve essere, con movimenti misurati appoggia l’arco al suo posto, uno sguardo al Tokonoma perché l’ispirazione lo accompagni, e ritorna al suo posto, sa che è atteso.
< Sono sulla strada, quando appare in lontananza, il ricordo della battaglia lo ha abbandonato, ora si incammina sulla via che porta al limite di tutto, il passo è disteso, quando siamo vicini ci fermiamo, nessuna parola è necessaria, è solo l’espressione che conta… riprende la sua via e lo guardo mentre si allontana, è laggiù, nel punto in cui è apparso in tutti questi giorni, eppure non è lo stesso posto… si ferma… si volta… ancora uno sguardo a ciò che si lascia alle spalle, ma più nessuna ombra lo vuole strappare alla sua nuova condizione… uno scatto… un balzo… ed è già oltre… mentre io devo tornare in fretta…. >
E alla fine tutto riacquista il suo colore, la luce del crepuscolo inonda tutta la radura, – “Dimmi cosa hai visto” – “Era tranquillo quando ha oltrepassato l’oscurità, il resto forse lo conosci meglio di me.” – “Eppure non ho mai fatto l’esperienza che hai fatto tu, io sono sempre e solo un tramite” – Quando saremo riposati ti racconterò.”, nei giorni successivi discutemmo molto della mia esperienza.
…
Dopo qualche tempo il Monaco riprese la sua via, mi lasciò con questa frase: “Immenso e mutevole è il mondo al di là del confine… ricorda… quello che è stato dipende molto da un tuo modo di vedere e di pensare, forse si tratta di un elemento di difesa per non fare trascendere e annichilire la mente.”, ma non si può dimenticare quella luce… l’opportunità, e più probabilmente anche il senso, del nostro passaggio in questa vita è di fare in modo che si accresca… e già mi assale la nostalgia di ciò che non ho conosciuto…